giovedì 11 agosto 2011

Arrivo a Berlino

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Giorno 8.

Con la ruota ancora insicura ci dirigiamo alla stazione di Dresda e prendiamo l'ultimo treno del nostro viaggio verso Berlino.
Binario 8, un regionale serpeggia tra le gocce di pioggia nella campagna sassone, per poi tuffarsi nelle foreste del Brandeburgo, fino a sfociare nella grande metropoli tedesca: Berlino.
Decidiamo di scendere a Potzdamer Platz per poi fare gli ultimi chilometri attraversando la porta di Brandeburgo.

E con questo giorno si concluse un grande capitolo della mia vita.




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domenica 7 agosto 2011

Da Praga a Dresda: quando la bici si ruppe

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Giorno 7.
É il momento di levare le tende dall' appartamento di Klara, prima che chiami la disinfestazione. Inoltre oggi Roger dovrá prendere l' aereo per tornare in italia: il piano consiste nell' abbandonare la bici per strada e far passare il resto della roba come un bagaglio a mano. In realtá non sapremo mai cosa è successo, in quanto io e Cicci ci dirigiamo in stazione incuranti del destino di Roger.
Praga-Usti Nad Labem. Klara ci aveva avvertito che il nord della repubblica Ceca è la parte meno turistica e piú industrializzata, per cui decidiamo di skippare la prima parte ( che in effetti risulta essere piena di raffinerie)
Usti Nad Labem risulta essere piena di tipi loschi e poco raccomandabili; sebbene la cittadina non abbia edifici di interesse storico che non siano convertitori Martin-Siemens, ha un suo fascino nascosto, tra i suoi ponti che congiungono gli stretti pendii della vallata.
Usti Nad Labem-Schöna. Copo più a nord della cittá sorgono due splendidi castelli, uno affacciato sull' altro, separati solo dal fiume e da qualche casa. Dopo un paio d' ore di pedalatata ci ritroviamo teletrasportati negli anni 70, tra vecchie skoda e pulmini volkswagen, le insegne disegnate sui muri e galline per strada. Qua e lá ancora qualche rugginosa industria, ma lentamente il verde prende spazio, mentre la vallata si stringe sempre piú. Ci ritroviamo in una gola verdeggiante e tortuosa con le rocce circostanti profondamente scavate dal fiume; Ogni tanto una breccia nella vallata lascia spazio a piccoli paesini.
Catastrofe. Scopro che nel frattempo mi hanno abbandonato due raggi del cerchione posteriore rendendo la ruota simile a un orologio sciolto di Dalí. Non c' è altra possibilitá che trovare una stazione e proseguire in treno. Arriviamo alla stazione di Schöna mentre inizia a piovere: si tratta di un gabbiotto che sovrasta la strada di cinque o sei metri; il dislivello e segnato da una scala graduata con le precedenti alluvioni: nel 2002 la tacca è proprio al livello della stazione. Prendiamo il treno sptto una s ros iante pioggia.Schöna-Dresda. É pomeriggio inoltrato e la pioggia battente permette di scorgere malamente la vallata che lascia spazio nuovamente alla civiltá. Arriviamo in ostello all' imbrunire e, dopo una rapida doccia, ci dirigiamo in centro cittá....



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sabato 6 agosto 2011

Praga

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Giorno 6.
Già da tempo avevamo pianificato di trascorrere piú tempo nella capitale ceca, per cui Klara ci aveva offerto ospitalitá per un paio di giorni. E cosí, dopo una bella dormita, ci dirigiamo verso il centro della cittá alla ricerca di cibo, come zombie affamati. Spuntino nella metro e via a fare i turisti. Praga non ha niente a che spartire con il resto della nazione: l' inglese è parlato quasi ovunque, gli edifici sono ricchi di dettagli ricordando un po' l' ambiente viennese. Purtroppo peró, la quantitá di turisti e gli innumerevoli negozi di souvenir rovinano un po' l'atmosfera facendola apparire un parco giochi, piú che una cittá. Visitiamo il castello ( che va ad arricchire la nostra lista) e un paio di musei finchè tra una birra e l' altra, non arriva la sera. Ci fiondiamo da un famosissimo locale noto per l' ottima birra, l' ottimo cibo, l' ottima attitudine a gonfiare irrgionevolmente i prezzi. A questo punto urge un' ardua decisione: andare a ballare o no? Visto il nostro stato pietoso sia nell' animo che nel corpo (iniziano a scarseggiare i vestiti) optiamo per tornare a casa, per sommo disappunto di voi lettori.


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giovedì 4 agosto 2011

Da Linz a Praga: affascinati dall'est

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Giorno 5
Ci svegliamo all' alba, cercando di rimuovere quanto accaduto il giorno prima, ma le nosre gambe ci ricordano che abbiamo abbastanza acido lattico da riempire una dama; per cui mettiamo da parte l' onore e pigliamo un treno ( come il nostro amico fabio direbbe: " Buuuuuuuuuuu!"). Prima di fare ció, io e roger decidiamo di dare un' occhiata alla cittá, seguendo le indicazioni degli italiani incontrati il giorno prima: una delusione. Raggiungiamo cicci in stazione poco prima della partenza del treno che ci porterá a nord.
Linz-Ceske Budejovche. Il treno si infila in una fitta boscaglia per poi lasciare spazio a dolci colline e campi di grano. Arriviamo a Ceske intorno alle 11, scoprendo che non solo gli indigeni ignorano il tedesco ma non spiccicano una parola di inglese; se poi si aggiunge l'alfabeto "strano", le difficoltá di comprendonio risultano evidenti. La cittá appare decadente molto east- oriented ma, inoltrandoci un po' nella cittá, scopriamo una splendida e ampia piazza centrale circondata da palazzi barocchi. Scopriamo poi, grazie a un open wi-fi (frequenti in repubblica ceca) che la cittadina è la capitale della boemia meridionale, nonchè meta turistica molto ambita. Mangiamo un ottimo Gulash con una birrozza del luogo, mentre cicci scappa in giro per la piazza inseguito dalle api. Da notare inoltre il grande acquisto del suddetto: cartina della liguria e della moravia orientale ( di indubbia utilitá..). Dopo tre ore riprendiamo il treno per la volta di Praga.
Ceke Budejovce- Praga. Del viaggio non mi ricordo molto:  mentre cicci e roger giocano a cirulla col mezzo-mazzo di carte io me la ronfo alla grande. Arrivati a Praga intorno alle 20 ,veniamo ospitati da Klara (amica di Cicci). È tempo per una birra al locale degli artisti (mezzo pub, mezzo museo), un bel piatto di Nachos e una lezione di Ceco-da-sopravvivenza (di cui magari in futuro posteró qualcosa). Poi, vedendo le nostre facce, decidiamo di andare a dormire per poter visitare decorosamente la cittá il giorno seguente.

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mercoledì 3 agosto 2011

Da Regensburg a Linz: una corsa contro il tempo.

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Giorno 4.
Rivoluzione nei piani. Decidiamo di fare un passo in Austria lungo il Danubio, anzichè valicare subito in Repubblica Ceca passando dalla Bayrische Wald. Il programma comprende un pezzo iniziale in treno per evitarci altre pannocchie, per poi pedalare fino a Linz.

Regensburg-Passau. Dopo una breve visita al Walhalla, prendiamo con sorprendente tempismo.La rotaia unica viaggia veloce tra boschetti, mucche e grano. Nulla da segnalare se non l' errore piú grosso della nostra vita: prenotare l' albergo a Linz. Capirete meglio nel seguito...

Passau-Linz. Arriviamo a Passau, una cittadina con una signora rocca (quinto castello) in cui le strade passano sotto a cunicoli e porte medievali. Qui troviamo il solito vecchietto che mon ha una mazza da fare, il quale ci consiglia di stare sulla sponda nord. Piccolo problema: sono le 15 quando iniziamo a pedalare. Leggiamo un cartello: Linz 98 km. PANICO. In quanro bardo ufficiale del gruppo, inizio a spronare Cicci e Roger a dare di piú: obiettivo 20 km/h di media. La tattica della trombetta da stadio ( regalatami dai miei ex colleghi del laboratorio) funziona alla grande finchè non raggiungiamo la prima sosta: tra vespe e camera d' aria bucata (quella che roger non aveva cambiato a Basilea) ci accorgiamo che se non si raggiunge la prima stazione al piú presto, rischiamo la chiusura della reception dell' hotel. Ci fiondiamo in sella verso una disperata corsa contro il tempo, affondata drasticamente dalla seconda sosta in austria: non potevamo dire di no a un speck e cipolle accompagnati da una heffe weiss. Arriviamo alla stazione di Aschach an der Donau, scoprendo che ci sono solo due treni al giorno e (ovviamente) non alle 20. Non ci resta che pedalare e pedalare e pedalare; nel frattempo peró abboamo collezionato altri due castelli ( nomi sconosciuti), arrivando poi a Linz alle 23. Avendo avvertito l' hotel del nostro ritardo ( il dialetto austriaco e traumatizzante tanto quanto lo svizzero ), decidiamo di cenare in un ristorante sul Danubio, incontrando ahinoi una coppia di italiani ospitati da due austriaci ( che non parlavano alcuna lingia in comune) che ci danno dei consigli su Linz ma soprattutto ci sfottono per le nostre biciclette.. Sfigati.. Arrivati a Linz scopriamo con disappunto che google maps non è infallibile e ci tocca girare per la cittá a caso per un bel po'. Dopo mille peripezie, ci addormentiamo alle 2 di notte mentre cicci socializza con dei serbi. Domani rotta verso la Boemia.


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martedì 2 agosto 2011

Da Ulm a Regensburg: treni e pannocchie

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Giorno 3.
Abbiamo deciso di accorciare i tempi. Temiamo infatti che a forza di pedalare nelle pannocchie, diventeremo dipendenti. E allora skip di treno!

Ulm-Augsburg. Scenario piatto di pianura, niente di ché . Ad Augsburg, invece, facciamo un giro veloce di un paio d' ore con pausa kebab e weissbier ( una sottomega di questo viaggio è infatti di provare in ogni luogo una weissbier diversa). Ulm ci piace di piú.

Augsburg-Regensburg. Passando per Igolstadt, l' ambiente rimane invariato, ma qui i regionali hanno la corrente elettrica , per grande sollazzo di cellulari e macchine fotografiche. In prossimitá di Regensburg, invece, iniziano le colline e il bosco predomina sulle odiate pannocchie. A regensburg finiamo in un hotel un pó fuori mano appena costruito. É quasi sera, per cui ci teletrasportiamo in centro e iniziamo a vagolare per la cittá: ci piace molto pergli scorcimedievaleggianti e l' alternarsi di ampie vie e vicoletti stretti. Riusciamo inoltre a trovare una breuerei bavarese DOC con vecchietti che cantano canzoni italiane (wow).


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Da Singen a Ulm: back to the wild

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Giorno 2.
Singen-Ludwigshafen. Provati dall' esperienza boschiva ( trovando tra l' altro funghi e muffe fin' ora sconosciute all' umanitá) ci mettiamo in moto in una uggiosa e nebbiosa mattina. Per puro caso riusciamo a scorgere il nostro terzo castello ( Hochenwiel) per poi cacciarci nei campi di pannocchie. Scopriamo altre rocche distrutte sulla ca di vulcani oramai spenti, fino a raggiungere il lago di Costanza a Ludwigshafen. Paesaggio: pannochie e alberi di mele tr continui saliscendi.

Ludwigshafen-Ulm. Essendo giá mezzogiorno passato, decidiamo di prendere il treno fino a Ulm, passando per Friedrichshafen. La ferrovia costeggia il lago per poi infilarsi in mezzo ai soliti campi di pannocchie. Arrivati a Ulm, abbiamo difficoltá a trovare alberghi. Alla fine, girando girando, troviamo un albergo sfigatissimo ma attaccato al Duomo, il ché ci permette di girare per la cittá per un paio di ore. Saliti sul campanile piú alto del mondo, ci addentriamo nelle casette medievali lungo il fiume, fino a trovare un ristorante non molto dispendooso a base di carne strabuona. Onutile dire che il ritorno alla civiltá risulta essere un toccasana per la nostra igiene e per le batterie dei cellulari.


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