lunedì 14 dicembre 2009

Il Gioco

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Ita facta sunt, non si può far altro: per dovere morale verso voi sventurati lettori, nonchè per la chiarezza informativa di questo blog, devo mettervi al corrente della più grande seccatura del XXI secolo.


Tizio sconosciuto che impreca



Se avete letto l'ultimo post di Sorretta, L'eccezione, di sicuro avrete perso parte del significato delle sue elucubrazioni. Ebbene, dopo la lettura delle mie prossime righe, sarete fastidiosamente illuminati.




LA LETTURA DELLE PROSSIME RIGHE
NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE


Probabilmente ognuno di voi si starà chiedendo: "che cos'è il GIOCO??"
Ebbene, il GIOCO ha tre regole:

  1. Se pensi al GIOCO hai perso
  2. Se perdi lo devi dire a qualcuno
  3. Puoi perdere soltanto una volta ogni 30 minuti

La cosa triste, ma al contempo geniale, è che voi avete sempre giocato al gioco, ma non avete mai perso; ma da ora e in poi la vostra vita, che già era piena zeppa di rotture, sarà arrichita da un altro spassosissimo passatempo...




Un altro spassosissimo passatempo
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martedì 8 dicembre 2009

Concentrato di pomodoro

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Al terzo mese del mio erasmus a Berlino, mi appresto a trattare il primo dei tre temi che già vi avevo annunciato. Cerchiamo innanzitutto di ricordarci i primi pezzi di mosaico che abbiamo lasciato in giro qua e là: con l’aiuto di alcune chiavi di lettura, abbiamo delineato la figura del barbaro come persona animata dalla velocità e dal senso di contrasto; tale figura appartiene ad una società profondamente mutata, dai caratteri del tutto nuovi, in cui tutti noi viviamo. In questo post, descriverò il primo tassello raccolto qui a Berlino:


concentrato di pomodoro


Cosa mai potrebbe centrare una passata di pomodoro con l’erasmus? Badate bene, non una passata di pomodoro, un concentrato.

Ognuno di noi è abituato a vivere la propria vita con un certo ritmo: chi un po’ più walzer, chi un po’ più rock'n roll. L'erasmus stravolge questo ritmo, imprimendo una vertiginosa accelerazione a tutto ciò: il walzer diventa magari una samba, il rock si trasforma in prog-metal. In un attimo ci si ritrova a ricominciare da zero: nuovo numero di telefono, nuova cassetta delle lettere, nuovi amici. Eccoci: ci siamo noi senza il nostro passato, proiettati in un turbine di eventi, conoscenze, problemi; in altre parole: un concentrato di vita.


Passa una settimana, è come un mese

Passa un mese, è come un anno


Non c'è il tempo per dormire, figuriamoci quello per annoiarsi! Proprio quello che serve a noi surfisti: tante emozioni usa-e-getta, tutte e subito.




Emozioni usa-e-getta in una pratica confezione



Divertimento assicurato, nuove opportunità, esperienze uniche: lontani da casa, lontani dalla realtà a cui eravamo abituati a stare. Ecco la seconda parte del titolo: pomodoro,ossia, gli italiani all’estero.

Questo status mi ha suggerito due aspetti di particolar interesse.

Il primo riguarda le persone, quelle che si ritrovano a resettare la propria vita all’estero. Non ho intenzione di trattarlo ora, diciamo che ve ne do un assaggio veloce, con quelle frasette incisive e sintetiche mi piacciono tanto:


Si può fuggire dal mondo, ma non da se stessi.


Quello di cui vorrei parlarvi, invece, riguarda come noi vediamo l’ambiente che abbiamo appena lasciato. Ci ritroviamo infatti a non essere più attori del nostro mondo ma spettatori. Dalla nostra vecchia realtà ci arriva solo un pallido riflesso, sporadiche notizie; è un po’ come se avessimo la fortuna di osservare il nostro mondo col cannocchiale.



Astolfo sulla luna



Con distaccata lucidità guardiamo la nostra res publica, notando un' evidenza: siamo faziosi,da sempre.

Dai tempi di Cesare a oggi troviamo gustosa, appagante, eccitante l’appartenenza a un gruppo e, nel contempo, proviamo totale ostilità verso l’antagonista. Bianco o nero? Non importa chi ha ragione, importa sapere che dall’altra parte hanno comunque torto.

La parola d’ordine è giocare a opporsi sempre all’altra fazione, in maniera molto italiana:

al gioco non vince chi è più bravo, vince chi distorce le regole a proprio vantaggio; regole talmente distorte che anche quando la verità è palesata, basta negarla.

Per fare un esempio abbastanza noto a tutti, immaginiamo una partita di calcio il cui risultato finale è deciso da un rigore: l’attaccante si è palesemente buttato; l’arbitro non l’ha visto; il gioco è stato vinto perché il fantasista ha barato.

Un quadretto molto incalzante, perché si sposa bene con la politica: non ci sono forse anche qui due squadre? Due tifoserie? Gli arbitri?

E alla fine la formazione più forte è quella che possiede dei fantasisti.




“La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente la sua applicazione, come del resto già ribadito dalla Corte Costituzionale.”

(Avv. Ghedini)



Il fantasista: genio al servizio dell'artificiosità, che manipola magistralmente le regole del gioco a vantaggio della propria fazione. Talento, intelligenza e brillantezza applicati interamente alla mistificazione del vero. Un personaggio amaro, barbaro raffinato, la cui unica ragion d’essere sta nel gioco.

Lo scorgo col mio cannocchiale: vive in un mondo in cui il dibattito, invece di chiarire, offusca; la verità sfuma, in uno spettacolo di marionette in cui realtà e finzione convivono e si confondono.
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martedì 1 dicembre 2009

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1 commenti
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